Portfolio/Martina Biolo

Portfolio è una sezione del ciclo espositivo Quotidiana, ideato e prodotto dalla Quadriennale di Roma, in collaborazione con Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, per approfondire alcuni degli orientamenti più significativi dell’arte italiana del XXI secolo.

Nell’ambito di Portfolio, undici artisti under 35 sono presentati in mostra una volta al mese con una sola opera. A raccontarne la ricerca è un portfolio sviluppato da Gaia Bobò, curatrice in residenza presso la Quadriennale.

La quinta mostra di Portfolio (19 gennaio – 12 febbraio 2023) è dedicata a Martina Biolo (Padova 1996). Nella sua pratica, l’artista estrapola gli oggetti dello spazio domestico dalla loro dimensione di quotidianità attraverso un processo scultoreo di trasformazione, capace di accentuarne la preziosità, donando a essi durevolezza e amplificando la persistenza delle memorie che essi trattengono.
Un lavoro che si pone come tentativo di arginare l’instabilità del rapporto tra gli esseri umani e gli oggetti del loro quotidiano. Una dimensione, quest’ultima, fatta di amnesie e disattenzioni che portano le cose verso una progressiva dismissione. Per consultare il suo portfolio, clicca qui.

Tana (2020) è un’opera scultorea in cui l’artista riproduce i cuscini del divano della sua casa d’infanzia, disponendoli come nei rifugi costruiti dai bambini per nascondersi e creare uno spazio di protezione all’interno delle mura domestiche. Martina Biolo utilizza il lattice quasi come un tessuto, valorizzandone le caratteristiche materiche, molto somiglianti a quelle della pelle umana. Ad accentuare questa somiglianza contribuiscono gli ematomi riprodotti dall’artista sulla superficie, che la avvicinano a una dimensione organica, corporale e sensuale. L’opera appare come una reliquia di un passato a cui il corpo dell’artista rimane simbolicamente e materialmente aggrappato, e che ne registra i traumi e il vissuto. A questo proposito, Biolo afferma come, spesso, le sue opere abbiano la valenza di “spettri”, tentativi di far apparire qualcosa che preme insistentemente dal passato per rivendicare la sua persistenza nel presente.

La sede espositiva è il Museo di Roma-Palazzo Braschi (Piazza di San Pantaleo, 10/Piazza Navona, 2). L’accesso è libero e senza prenotazioni. Orari: dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 19.