Silvio Giordano

Potenza 1977
Vive e lavora a Potenza e a Milano
Studio visit di Chiara Pirozzi

Silvio Giordano muove la sua produzione artistica fra linguaggi differenti, coniugando tradizione e innovazione, videoinstallazione, fotografia, scultura e performance. Profondamente legato alla sua terra d’origine, dal 2020 è direttore creativo del Matera Film Festival ─ che nel corso degli anni ha ospitato, fra gli altri, i registi David Cronenberg, Patty Jenkins e Robin Wright ─ attivando così un’ulteriore indagine transmediale nella sua ricerca artistica. Nel 2023 realizza per il Museo Nazionale di Matera la videoinstallazione immersiva Giulia degli abissi, in cui si mescolano animazioni 3D, riprese reali e musiche, al fine di ripercorrere attraverso la narrazione proposta l’immaginario storico e simbolico della balena.

La poetica di Giordano affronta e rende manifeste le nevrosi della contemporaneità: bellezza, narcisismo, vanità rappresentano tematiche che l’artista indaga in una dimensione metaforica e mai didascalica, facendo compenetrare in tale analisi anche riflessioni legate alla salvaguardia dell’ambiente e degli animali. Nei suoi lavori, temi come la morte, la vita e la bellezza si risolvono in progetti che da un lato evidenziano un comune denominatore progettuale e tematico, dall’altro si risolvono in materiali, tecniche e linguaggi spesso differenti. Pur avendo vissuto per diversi anni a Milano e avendo una propensione allo spostamento per necessità di ricerca e di produzione creativa, Silvio Giordano ha scelto di eleggere Potenza, la sua città natale, a residenza in cui sviluppare i suoi lavori. Tale processo di radicamento al territorio rappresenta una scelta non facile ma che rende l’artista un protagonista e un produttore culturale in una regione che per posizione geografica resta spesso ai margini del discorso sull’arte contemporanea.

Il suo progetto più recente, The Silver Mirror, consiste in una serie di opere di scultura, video e fotografia in cui volti femminili, in forma di immagine o di busti tridimensionali, vengono ricoperti di baci e di pasta di rossetto rosso. Presentato in diverse occasioni espositive in spazi pubblici e privati, il progetto ribalta l’idea stessa di amore, simbolicamente espresso dal bacio, per trasformarlo in costrizione e negazione della libertà individuale, perpetrate sia da altri sia da sé stessi.

I lavori di Giordano, nella loro dimensione multimediale, sfuggono a uno stile riconoscibile e si caratterizzano per l’adesione a tematiche variegate e composite con il rischio di offrire letture poco stratificate degli argomenti trattati. Contemporaneamente, l’artista dimostra una padronanza di tecniche e linguaggi espressivi molteplici e una costante volontà di sperimentare le tecnologie digitali più all’avanguardia al fine di indagarne i processi, le potenzialità e le criticità.