Paolo Assenza

Roma 1974
Vive a lavora a Roma
Studio visit di Nicolas Martino
15 settembre 2023

Paolo Assenza ha studiato Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Roma dove ha avuto la possibilità di seguire le lezioni di Alberto Boatto, particolarmente importanti nella sua formazione, così come fondamentale è stata la frequentazione dell’ambiente artistico romano, soprattutto degli artisti dello storico gruppo Uno e quelli della Nuova scuola romana (secondo la definizione di Italo Mussa), o Scuola di San Lorenzo. Determinante anche l’incontro, in anni più recenti, con il gallerista Franz Paludetto e quindi tutte le attività del Castello di Rivara. Al suo lavoro di artista visivo Assenza ha sempre affiancato anche quello di organizzatore di eventi e, in questo senso, è importante ricordare che nel 2014 è stato uno dei fondatori di SpazioY, una delle realtà più interessanti della scena romana indipendente.

Pur avendo sempre lavorato anche con l’installazione e il video, Assenza ha praticato prevalentemente la pittura. Partito da un lavoro figurativo sull’uomo e le sue crisi esistenziali, dalla seconda metà del primo decennio del XXI secolo, ha iniziato a lavorare su una pittura di paesaggio realizzata a olio su carte e/o tele di piccole, medie e grandi dimensioni, che costituiscono ormai la cifra caratteristica di questo artista. Si tratta di paesaggi interiori, per lo più notturni, dipinti con colori scuri, vedute che piuttosto che riprodurre ciò che sta al di là di una finestra ideale (invenzione tutta occidentale e figlia di una cultura strutturalmente antropocentrica) cercano di restituire i sommovimenti tellurici della sfera inconscia dell’artista, ma anche di ciascuno di noi, spettatori e osservatori partecipi di questi panorami sognati. Si tratta anche di un lavoro sul tempo, quello sospeso dell’immaginazione e non quello cronologico scandito quotidianamente dagli orologi. Non il tempo della vita quotidiana catturata dal lavoro che ormai invade tutta la sfera dell’esistenza, ma quello denso, molteplice e contraddittorio della sfera onirica, grazie al quale possiamo probabilmente intuire in cosa consista l’eternità, ovvero l’assenza di un inizio e di una fine.

Assenza crede fortemente nella pittura come linguaggio capace di esprimere la nostra condizione e, pur avendo realizzato lavori interessanti fin da giovane, sembra aver raggiunto la sua piena maturità solo adesso. Paradossalmente, attraverso un linguaggio che appartiene più alle generazioni successive (ne abbiamo parlato diverse volte in Panorama e anche nei “Quaderni d’arte italiana”) o a quelle precedenti (per esempio la Scuola di San Lorenzo a cui accennavo all’inizio) piuttosto che alla sua. In questo senso, è un artista non allineato con le tendenze e temporalmente – torna anche qui la stessa questione intorno alla quale ruota la sua poetica – incoerente, ma in perfetta consonanza con il proprio lavoro. Insomma, pur appartenendo alla generazione dei cinquantenni, Paolo Assenza è protagonista di una pittura esistenziale che oggi rappresenta una delle tendenze più interessanti della scena contemporanea, declinandola in una maniera personale che rende i suoi lavori inconfondibili e particolarmente interessanti nella proposta di una reinterpretazione della tradizione paesaggistica moderna che certamente passa anche attraverso la lezione di William Turner.

Nello studio, oltre a lavori di grandi dimensioni realizzati alcuni anni fa e già esposti in più occasioni, è presente una serie di lavori nuovi di piccole dimensioni – come anche gli studi e i disegni sul vulcano Stromboli ‒ e di profonda intensità poetica che sembrano aprire una nuova line di ispirazione particolarmente interessante nella produzione di Assenza.

In conclusione, se uno dei punti di forza di questo lavoro consiste proprio nella sua asincronicità – senza che questo lo precipiti negli accenti stucchevoli e kitsch di certo anacronismo di moda negli anni Ottanta – un punto di debolezza, nel complesso, può essere ravvisato nella mancanza, negli ultimi anni, di una serie di mostre personali di un certo rilievo, indispensabili per portare dentro il dibattito contemporaneo una posizione matura e allo stesso tempo originale e controcorrente.

Foto di Germano Serafini