Maria Angeles Vila Tortosa

Valencia 1978
Vive e lavora a Roma e a Valencia
Studio visit di Daniela Trincia
16 novembre 2023

Precedentemente ospitato nella mansarda della sua abitazione, dal 2022 Maria Angeles Vila Tortosa ha allestito il suo studio nel rione Monti. Le opere ricoprono per intero una parete, così come pensate per la mostra Las Mujeres Que Me Habitan ─ a cura di Annalisa Inzana ─ , e il macchinario per la stampa è posizionato in fondo alla stanza, così da darci, in un unico colpo d’occhio, la visione completa del suo lavoro e della pratica artistica da lei prescelta. È infatti nell’incisione che, dopo la laurea all’Accademia delle Belle Arti dell’Università Politécnica di Valencia, ottiene un dottorato. Già in Italia, con la borsa di studio Erasmus nell’Accademia di Belle Arti di Roma, e con la borsa di studio Leonardo da Vinci nella Stamperia d’Arte di Luigi Ferranti, si trasferisce definitivamente a Roma nel 2000. Ha partecipato a diverse mostre (senza dimenticare la recente collaborazione per la collezione Dior Cruise Sevilla, 2022), ma tappe importanti sono segnate da Passaggi della memoria (2010-2014), Cultura domestica (avviata nel 2015 e ancora in corso), Hysteria (2018), Atrium Vestae (2020-2021) e Botánica domestica (2021-2022).

Dopo una prima fase di incisioni astratte, principalmente legata alla necessità di imparare, approfondire e far proprie le diverse tecniche di stampa, il figurativo si impone nei suoi lavori perché valido a raccontare le storie che vuole narrare. Così, le stampe delle sue incisioni divengono quadri, ma anche pavimenti, tappeti, libri, scatole, light box. In parallelo, l’incisione si accompagna alla performance e al video con la danzatrice Alicia Herrera con la quale forma, nel 2008, il duo Las Mitocondria. Segue altresì numerosi progetti dedicati alla didattica e workshop indirizzati soprattutto ai bambini. È Passaggi della memoria, la cui genesi è legata a un lutto, che, oltre all’avvicinamento al figurativo, segna la messa a fuoco di uno tra i principali temi della sua ricerca, la memoria, per l’appunto. Proprio lavorando su questa tematica, raccogliendo fotografie di famiglia, si concentra sulla figura della donna, sugli stereotipi che la condizionano, allora come oggi.

Riattualizzando tecniche tradizionali, che implicano un processo lungo e manuale, e una continua e costante sperimentazione, Vila Tortosa, dà vita a un racconto intimo e personale, che guarda sempre alle proprie radici, creando tuttavia una rappresentazione di senso più estesa e collettiva. Attraverso tinte rasserenanti e soggetti comuni, familiari a tutti, pone all’attenzione corale quanto la quotidianità dell’universo femminile si muova ancora seguendo parametri stereotipati. Tante microstorie, che tutti possono ascoltare in base al proprio vissuto e alla propria esperienza. E che, riunite insieme, indicano le origini di ognuna, perché ciascuna è la somma di tutte le donne che hanno vissuto prima (Las mujeres que me habitan).

Prendendo spunto dal libro El tesoro del hogar (una sorta di vademecum per le donne, degli inizi del Novecento) in cui compare un capitolo intitolato Botanica domestica, ovvero piante che curano e piante che ammalano, sta costruendo un personale erbario col lavoro Las plantas. Cercando le proprietà di ogni singola pianta utile alla donna, estrapola parole chiave che sottolineano peculiarità femminili.

Ogni lavoro, privato di qualsiasi elemento superfluo, dato nella sua essenza e sintesi, sottratto da ogni coordinata spaziale e temporale, sembra caricarsi di profondi tratti ornativi.

Tuttavia, ciascun lavoro, oltre a essere un dettaglio di un racconto più ampio, racchiude un’infinità di significati e sensi, è la risultante di un’accumulazione di contenuti, dal colore alla forma, al soggetto. Così, con un linguaggio apparentemente semplice e semplificato, parla di temi complessi, che riguardano l’universo femminile e i condizionamenti sociali e culturali a cui è ancora sottoposto.