Le Quadriennali di Oppo

Le prime due edizioni (’31, ’35) hanno un grande successo e aprono la strada all’istituzione nel ’37 dell’Ente Autonomo Quadriennale d’Arte. La partecipazione alle mostre è su invito e autocandidatura. I protagonisti sono gli artisti, non solo come espositori ma anche come componenti delle giurie per la selezione degli inviti, per l’accettazione delle opere, per l’assegnazione dei premi.
Le Quadriennali del ’31 e del ’35, che si aprono, come da allora sarà consuetudine, nel Palazzo delle Esposizioni di via Nazionale, sono la vetrina della migliore arte figurativa italiana degli anni Trenta, valorizzata da allestimenti di grande eleganza razionalista. Se la prima edizione vede la partecipazione di tutti i grandi maestri (Bartoli, Carena, Carrà, Casorati, Sironi Tosi, i futuristi, gli italiani di Parigi), la seconda è rivolta in maniera più esplicita alle nuove generazioni (Pirandello, Cagli, Gentilini, Capogrossi, Mafai, Cavalli, Ziveri, Afro, Mirko).
Le Quadriennali del ’39 e del ’43 si svolgono in tono minore e risentono fortemente del clima della guerra. Una caratteristica che accomuna quasi tutte le prime quattro edizioni è l’assegnazione di sale per mostre personali, in alcuni casi vere e proprie antologiche, come la personale di Severini alla II Quadriennale con 36 opere e quella di Morandi alla III con 53 opere.