Iacopo Pinelli

Gavardo 1993
Vive e lavora a Potenza Picena
Studio visit di Marco Bassan
21 gennaio 2024

Iacopo Pinelli si è laureato in Decorazione all’Accademia di Macerata e insegna presso il liceo artistico della stessa città. Il suo processo scultoreo punta a trasferire sulla materia inerte le debolezze e le fragilità della psiche umana. Opere incapaci di svolgere le proprie funzioni, oggetti deformati e corpi galleggianti che affondano schiacciati dal proprio stesso peso, raccontano bene la ricerca dell’artista, che utilizza materiali che imitano il più possibile strumenti della tecnica creando un certo disorientamento nello sguardo dell’osservatore. Lavorando in un ambiente rurale e distaccato dalla realtà cittadina e globale, Pinelli si nutre dei silenzi e dei ritmi della campagna inserendo nel proprio lavoro gli oggetti che lo circondano e i materiali edili.

La sua ricerca si muove per serie scultoree, come le Pitture di Sole che utilizzano la cianotipia per immortalare oggetti comuni su supporti di gommapiuma. In questa serie le immagini, non fissate sul supporto, vengono racchiuse all’interno di scrigni metallici per dare a chi osserva la responsabilità di far sopravvivere l’opera che sbiadisce all’esposizione della luce solare. La serie Sui corpi galleggianti si compone di oggetti da spiaggia che, realizzati in cemento, perdono la loro funzionalità e nel loro insieme compongono uno scenario installativo che parla del nostro futuro desolato, privo di leggerezza e di vita. La serie Corpi defunzionali è più eterogenea e presenta oggetti dalla potenza visiva differente, riuscendo però in alcuni casi a veicolare una forza particolare, come nel caso dell’opera Chiodi. Il rapporto con il territorio emerge in maniera viva nelle sue opere, come nel caso del dittico Messa in sicurezza di una messa in sicurezza, in cui le impalcature che servono per proteggere antichi edifici in attesa di restauro, vengono a loro volta messe in sicurezza in un gioco di specchi e di attese.

Il lavoro di Pinelli si innesta all’interno di una tradizione tutta italiana della storia della scultura: utilizzando materiali d’uso quotidiano con ironia e stupore, si ispira al filone poverista del secondo Novecento. La capacità dell’artista di interpretare lo zeitgeist di questa epoca attraverso un impatto visivo diretto ed efficace rende il suo lavoro interessante soprattutto se riuscirà a svincolarsi dalle referenze che lo hanno formato, costruendo un proprio linguaggio intimo e autonomo.

Consapevole che ogni azione umana incide sull’esistente, modificandolo e facendo perdere la memoria di ciò che è stato, l’artista sta approfondendo il rapporto tra l’opera e lo scorrere del tempo. La serie Pitture di Sole, già citata, e il progetto che lo impegna attualmente, sono legati a questo ‘restauro del tempo’. A Pinelli interessa il dispiegarsi entropico del mondo che lo circonda, ricostruendone i resti, siano essi polvere uscita da un muro in cui è stato praticato un foro o il passaggio della vita dei ragni che abitano e modificano impercettibilmente la sua casa. Il suo intervento consiste nel recuperare la materia perduta, attraverso il restauro e la ricostruzione della parte sottratta. Prossimamente i suoi lavori saranno esposti alla Shazar Gallery di Napoli e alla Fabula Gallery di Mosca.

La sua pratica prende vita quando è progettata in serie, anche se alcune opere spiccano per la loro potenza simbolica se isolate dal contesto. Proprio in virtù di questo, l’artista potrebbe riuscire a trovare un proprio linguaggio che si svincola dalla tradizione.

Le intuizioni tecniche e realizzative sono parte integrante della felicità delle sue opere, che parlano con ironia e schiettezza al visitatore; è quando racconta il proprio mondo interiore, tuttavia, che l’artista rivela tutta la complessità, e l’ambiguità, del proprio lavoro.