Giovanni Termini

Assoro 1972
Vive e lavora a Pesaro
Studio visit di Chiara Pirozzi
20 ottobre 2023

Dopo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, si trasferisce a Pesaro; è docente di Tecniche dell’incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. La ricerca di Temini muove dallo studio combinato dei materiali e dello spazio che l’artista mette in relazione creando installazioni in grado di sfidare equilibri, tensioni e forze. Le sue opere sono state presentate in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero; si segnala, a titolo esemplificativo, la mostra collettiva Incontro a Palazzo realizzata nel 2019 presso il Palazzo Ducale di Urbino, Galleria delle Marche, a cura di Adele Cappelli, con opere di Luigi Carboni, Paolo Icaro, Eliseo Mattiacci. Fra le mostre personali più recenti, si segnala Consuete attenzioni presso la galleria ME Vannucci di Pistoia, accompagnata da un testo di Alessandro Rabottini nel 2022 e Da quale pulpito, presso il Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni a Pistoia, nel 2021.

La poetica di Giovanni Termini si esplicita formalmente nella realizzazione di installazioni costruite attraverso assemblaggi di materiali ready made che, nella maggior parte dei casi, provengono dai contesti dell’edilizia, della fabbrica e del cantiere. Tale immaginario è da sempre punto d’ispirazione per l’artista, che assorbe e rende proprio tale scenario avendolo vissuto nel corso della sua vita lavorativa. In Termini l’estetica del cantiere si mescola con quella del “non luogo” e della “strada”, laddove il banale diviene sorprendente. Transenne, griglie metalliche, spartitraffico in cemento, armature per la carpenteria sono solo alcuni dei materiali scelti per alterare gli spazi espositivi, al fine di rendere ambiguo ciò che è comune. Fra le opere che possono descrivere tale processo di lavoro si segnala Limite in sicurezza,del 2018, in cui l’artista ricostruisce un palco, generalmente utilizzato per comizi o concerti all’aperto, i cui gradini porzionati sotto la porta d’ingresso dello spazio espositivo costringono il pubblico a chinarsi per accedervi. Una porzione delle assi di legno del palco viene inoltre eliminata, lasciando così al centro della scena un buco, che l’artista “riempie” con quegli stessi elementi in ferro che, di norma, dovrebbero garantire la sicurezza del palco stesso.

I corto-circuiti fra staticità e mobilità, la poetica dell’inciampo e dell’inatteso come forma di esplorazione della realtà rappresentano i punti chiave della ricerca di Termini che, attraverso una particolare e sensibile indagine sui concetti di precario e di equilibrio delle forme e dei materiali, si inserisce nel solco di una delle tradizioni scultoree in Italia, oltre a intercettare istanze internazionali più contemporanee.

La pratica di Giovanni Termini, e dunque il suo modus operandi, ha origine dai luoghi e per tale motivo i lavori, pur avendo una gestazione e una progettualità all’interno dello studio, si completano nella loro forma definitiva solo nell’atto della contestualizzazione spaziale. Al momento l’artista sta lavorando a una serie di opere di medio formato, caratterizzate dall’assemblaggio di metallo e legno, che presenterà durante la fiera Artissima di Torino. Inoltre, è al lavoro per la realizzazione di una mostra personale che avrà luogo nei prossimi mesi alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo, a cura di Marco Bazzini, in cui presenterà un progetto inedito e site-specific di grande impatto fisico e concettuale.

Giovanni Termini nei suoi lavori dimostra una grande abilità di lettura degli spazi sia da un punto di vista architettonico, trasformandone spesso i limiti espositivi in sfide e potenzialità, sia per le storie e i vissuti del luogo stesso; tale tensione inevitabilmente tende a stemperarsi nei lavori non ambientali.

Particolarmente apprezzabile è la capacità di mantenere viva l’energia dei materiali utilizzati nonostante si tratti di elementi familiari ma che nel loro combinarsi insieme in luoghi e contesti non convenzionali convincono per l’equilibrio e la compresenza di forza e delicatezza.