Riccardo Beretta

Mariano Comense 1982
Vive e lavora a Milano
Studio visit di Elisa Carollo
1° novembre 2023

La pratica artistica di Riccardo Beretta si muove abilmente tra arte e design, portando avanti l’insegnamento modernista di integrazione fra le arti e di annullamento di distinzioni fra arti visive e decorative. Dal legno al tessuto, nelle opere di Beretta ricorre un aspetto di ready-made artigianale tipicamente italiano. A questo se ne somma però anche uno più prettamente personale, che prevede il riutilizzo e riassemblaggio libero di vari frammenti in patchwork che creano nuove configurazioni e significazioni di tecniche e materiali. In questo senso, nel suo processo creativo, l’artista combina in modo interessante la metodicità meccanica di raffinate tecniche artigianali a un approccio più emozionale ai materiali, concentrandosi sulle possibilità sensoriali, visive e memoriali di questi, con rimandi alla storia dell’arte, alla letteratura e a retaggi personali.

Al momento del nostro incontro l’artista è reduce da un’esperienza di insegnamento che lo ha portato a riscoprire la storia dell’arte e a confrontarsi con la sensibilità e l’attenzione di giovani con formazioni culturali ed estetiche molto diverse tra loro. Come lui stesso racconta, ha vissuto questa opportunità come uno spazio libero di ricerca e di sperimentazione, un’occasione per approfondire figure centrali della storia dell’arte, principi e teorie come quelli legati al colore o all’inconscio.

Nell’ultimo periodo Beretta si è dedicato allo studio e allo sviluppo di pattern e motivi svincolati da particolari progetti e commissioni. Abbozzati prima su carta o media più facilmente reperibili, questi bozzetti rappresentano per l’artista una fase di preparazione più attenta ma più libera, prima di passare alle lavorazioni su legno e tessuto. Allo stesso tempo, nell’ultimo anno ha avuto modo di collaborare con maggiore frequenza con il mondo dell’architettura, integrando le proprie creazioni cromatico-geometriche all’interno di progetti destinati allo spazio urbano e domestico. Un ambito non del tutto nuovo all’artista, in linea con la sua aspirazione a proseguire l’insegnamento del Bauhaus di integrazione tra arti, design e altre discipline.

Da quanto emerge dalla nostra conversazione, Riccardo Beretta sembra essere ormai giunto a una chiusura consapevole di un importante momento di sperimentazione, analisi e riflessione sul proprio fare artistico, con l’apertura a nuovi ambiti di applicazione e operatività. Un passaggio resosi forse necessario, dopo aver maturato da tempo un proprio linguaggio, visivo e concettuale, altamente specifico e dotato di una propria riconoscibilità e che gli ha permesso di ricevere numerose commissioni da parte di privati ma che rischiava anche di portarlo verso una serialità e una ripetitività sempre più prossima a una produzione artigianale più che artistica. Anche per questo, forse, negli ultimi anni Beretta ha iniziato a faticare a essere coinvolto in progetti più ampi di mostre in contesti di gallerie e istituzioni, limitandosi perlopiù a progetti privati, legati a collezionisti e a residenze.

D’altra parte, la pratica di Beretta ha nell’elemento artigianale un suo indiscutibile punto di forza, insieme alla reinvenzione inesauribile di tecniche e materiali tramite la sperimentazione continua di nuove possibilità e combinazioni. L’artista, inoltre, apre da sempre il proprio lavoro a una dimensione collaborativa e corale, che rinuncia all’isolamento dell’autorialità per accogliere le possibilità della contaminazione e condivisione di saperi e arti. Le condizioni in cui Beretta si trova oggi gli hanno permesso di svincolare la propria pratica dalle necessità finanziarie, aprendo così ulteriori possibilità a nuove opere.