Ivano Troisi

Salerno 1984
Vive e lavora a Santa Tecla (SA)
Studio visit 2.0 di Chiara Pirozzi
29 maggio 2024

La produzione di Ivano Troisi si svolge negli ultimi tempi fra lo studio nel piccolo paese di Santa Tecla, in provincia di Salerno, e quello di Arezzo. I progetti e le ricerche in atto – affrontati nel primo studio visit del curatore Francolini – sono risultati a mio avviso ragione d’interesse per un nuovo e più recente aggiornamento.

La pratica dell’artista si muove fra osservazione e azione, fra approfondimento scientifico e immaginario visivo; indaga i concetti di paesaggio, natura ed ecosistema, interpretando l’esperienza come possibilità di apertura ai fenomeni. La consapevolezza della responsabilità che l’essere umano ha nei confronti dell’ambiente si connette in Troisi non solo con un’urgenza sociale e politica di entità globale, ma si pone anche come ulteriore voce d’espressione artistica, che, su vari livelli, vede coinvolti autori nazionali e internazionali.

L’approccio offerto da Troisi nell’analisi e nell’interpretazione dei temi indagati non si esprime solo sottoforma di denuncia o di polemica, bensì si concretizza in messaggi incalzanti e propositivi, in atteggiamenti risolutivi che si leggono nelle sue parole e si realizzano nelle sue opere. I lavori conservano un forte potere lirico, grazie anche alla scelta dei materiali e all’eleganza e la pulizia delle forme elaborate. Ivano Troisi mostra una capacità di coniugare l’approfondimento di tematiche sociali importanti con un immaginario capace di sublimarne la contingenza.

L’artista è stato di recente protagonista di una mostra personale presso la Galleria Comunale di Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo, in cui ha esposto una serie di lavori realizzati a partire dalla sua presenza nel territorio aretino. Nello specifico, l’artista ha tratto ispirazione dall’osservazione del ponte di Burano, una riserva naturale boschiva che secondo alcune interpretazioni storiche ha rappresentato una fonte iconografica per Leonardo da Vinci. Intrecciando storia e natura, Troisi offre una visione personale della sua osservazione del luogo, concependo opere multimediali e scultoree in cui rappresenta il fenomeno del riverbero dell’acqua, la stessa che ha visto scorrere sotto il ponte di Burano, in una sorta di ‘macchina del riverbero’, all’interno della quale l’approccio scientifico tende all’esperienza percettiva. Attualmente, nel suo studio, Ivano Troisi sta producendo una serie di opere che, attraverso l’utilizzo e la sperimentazione di vari materiali come l’ottone, il rame e la ceramica, studia i movimenti delle piante e il loro lento processo di espansione. Gli oggetti che si disseminano nello spazio fisico dello studio rappresentano per un occhio non esperto delle forme astratte e arbitrarie, ma nello specifico descrivono una serie di organi riproduttivi di differenti piante. Attualmente, l’artista è impegnato nella realizzazione dell’opera Infinity pool, ideata da Antonio Ianniello con David Habets, progettata come strumento performativo teso all’esplorazione dei corsi fluviali. La prima esplorazione avrà luogo lungo il fiume Sarno, per la quale Troisi realizzerà delle maschere-sculture specchianti, che rifletteranno il paesaggio e accompagneranno le azioni performative.

La produzione artistica di Troisi si presenta nella maggioranza dei casi in sculture di dimensioni variabili, che l’artista pone in mostra in dialogo fra loro, occupando ogni dimensione dello spazio disponibile. La sfida, per l’artista, potrebbe essere quella di cimentarsi con opere installative più integrate organicamente nell’ambiente.

Ivano Troisi è un artista in cui è evidente un tipo di ricerca espressiva incessante, contenutistico e formale. Risulta particolarmente apprezzabile la sperimentazione in seno a tecniche e materiali, che induce l’artista a indagare all’interno di territori sempre nuovi. Nonostante ciò, nel corso negli anni Troisi ha sviluppato una sua cifra stilistica ben riconoscibile, tesa alla realizzazione di opere in cui la ricercatezza estetica non rischia di mettere in ombra il contenuto.

Foto di Alessandro Sarteanesi
Foto di Luca Balbasarri