Daniele Di Girolamo

Pescara 1995
Vive e lavora a Pescara
Studio visit di Marco Bassan
9 maggio 2024

L’artista, di ritorno in Italia dalla Malmö Art Academy, nell’ultima mostra presentata da Supernova a Roma ha colto in pieno i suggerimenti segnalati da Gaia Bobo nel precedente studio visit, e penso sia opportuno valutare quale maturazione sia scaturita dal nuovo confronto con il contesto italiano.

Di Girolamo oscilla tra il filone di arte cinetica e sonora rappresentato da artisti come Zimoun, Rie Nakajima, Celeste Boursier Mougenot, Rebecca Horn e Kristina Kubrish (sperimentatori o figli della sperimentazione degli anni Ottanta e Novanta) e le opere con una forte caratterizzazione spaziale o ambientale. In questo secondo filone ha guardato molto il lavoro di Luca Vannello e di tutti quegli artisti che si sono formati con l’arte povera. La capacità di realizzare opere dal forte impatto ambientale gli permette di portare la sperimentazione sonora e cinetica all’interno di opere che hanno meno risalto a livello tecnico ma una forte attenzione alle tematiche contemporanee, esplorando come il rapporto tra l’uomo e la natura possa essere risolta attraverso una dimensione poetica e intima. I suoi lavori sono immaginati nello spazio come installazioni immersive, coniugando alla fase allestitiva anche una componente performativa sonora e multimediale. La capacità di trarre ispirazione dagli elementi naturali per indagare la memoria, la fede e i bisogni intimi dell’uomo è il risultato di un’attenta disciplina e di un lavoro rigoroso, capace di parlare un linguaggio emotivo universale.

L’immediatezza sensoriale e l’inscindibilità tra la componente concettuale e quella materiale rendono particolarmente attuale il suo lavoro in un momento caratterizzato da un forte deficit dell’attenzione da parte del visitatore che necessita di essere accompagnato e coinvolto.

Nello studio di Di Girolamo si possono trovare i lavori in preparazione per la collettiva che si è tenuta in Svezia alla galleria Arnstedt, e i progetti legati alla collaborazione con l’azienda Pattern Group di Torino, grazie al bando Made In di Artissima con cui sta producendo nuove sculture. Inoltre, ha da poco finito di pianificare l’allestimento di un lavoro esposto a Palazzo Collicola a Spoleto e sta preparando la mostra Materia sonora, curata dal collettivo SONRO all’ICC di Madrid.

L’essenza leggera e fragile della sua pratica può diventare un rischio, potrebbe aver bisogno di una maggior presenza scultorea. Inoltre, il lavoro sviluppato sull’intimità e sulla ricerca di universalità rischia di cadere nella trappola della retorica e del sentimentalismo: rafforzare la ricerca concettuale e tentare di trovare punti di contatto con le urgenze del mondo esterno potrebbe aiutare a rafforzare la sua voce poetica.

Tuttavia, la semplicità, la linearità e l’immediatezza sensoriale dell’arte di Di Girolamo consentono una comprensione immediata, intuitiva da parte del pubblico, senza bisogno di ulteriori mediazioni. I suoi lavori site-specific hanno la forza di conquistare anche spazi già molto caratterizzati, entrano con delicatezza nel luogo e si depositano lì come se ci fossero sempre stati. L’aspetto cinetico e sonoro, seppur centrale nel lavoro e capace di attivare l’attenzione del visitatore, non rappresenta più una forzatura dal punto di vista tecnico e concettuale ed è capace di sprigionare forti suggestioni nell’osservatore.

Foto di Jelena Pajić