Daniela Comani

Bologna 1965
Vive e lavora a Berlino
Studio visit di Francesca Guerisoli
15 giugno 2024

Daniela Comani è diplomata in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1989, alla vigilia della caduta del muro, si è trasferita a Berlino, dove nel 1993 ha conseguito l’MFA alla HdK (Università delle Arti). Per dare un primo inquadramento alla sua pratica, suggerisco il testo introduttivo del libro A-Z (2022) sui suoi ultimi vent’anni di lavoro, a firma di “Giorgia Vasari”: fin dalle prime pagine, Comani gioca con il genere e la letteratura, mutando lo storico autore de “Le vite de’ i più eccellenti pittori, scultori e architetti” in un’autrice di fantasia, con la quale si identifica in prima persona. Nei cicli e nelle serie delle sue opere più celebri, l’artista ricorre proprio a questa pratica di manipolazione, con un’azione sottile, ironica, che ci obbliga a confrontarci con le distorsioni storiche del patriarcato.

Daniela Comani lavora con diversi media, producendo serie di disegni, fotografie, testi e libri d’artista, che in genere compaiono come costola delle installazioni. Spesso le sue opere nascono da materiali che archivia dalla fine degli anni Ottanta. Mi racconta come fin da bambina creasse elenchi di cose; un’agenda con una di quelle liste è il materiale di 1975 – Diario di strada (Archive Books, 2017), in mostra lo scorso dicembre in una bipersonale prodotta dallo spazio indipendente Cler di Milano, che nasce dall’annotazione dei modelli e delle targhe delle auto che incrociava lungo i viaggi con i suoi genitori. Qui ripropone un atto tipico della sua pratica: il recupero di immagini di auto dalle pubblicità del passato, dalle quali vengono eliminati gli elementi superflui (testi, sfondi ecc.) per ricostruire un archivio fotografico di automobili. In Novità editoriali a cura di Daniela Comani (dal 2007) e in Orlando’s Library (dal 2021), manipolando sottilmente le copertine dei libri di opere classiche della letteratura occidentale, trasforma i protagonisti di genere maschile a quello femminile, per porre in evidenza la continuità̀ della supremazia culturale maschile, attraverso una pratica che è stata definita da Miriam Schoofs “gendering come strategia artistica”: Comani infatti riscrive la memoria storica (Sono stata io. Diario 1900-1999, 2002), la storia della letteratura e del cinema (My Film History. Daniela Comani Top 100 Films, 2012), e la cronaca (You Are Mine, 2022).

La produzione attenta e misurata che contraddistingue Comani da oltre trent’anni rende il suo lavoro particolarmente significativo, mentre gli aspetti formali dell’opera sono trattati con rigore e attenzione ad ogni dettaglio. Quando l’artista ha iniziato la serie Novità editoriali a cura di Daniela Comani, nel 2007, il dibattito sul genere non era ancora così centrale nella produzione artistica. Le sue opere, anche se nascono da fatti ben precisi, non si esauriscono nel presente, bensì instaurano un forte legame con la contemporaneità. Un esempio per tutte l’opera Sono stata io. Diario 1900-1999, ideata nel 1999, progettata come un calendario circolare che presentava 365 fatti selezionati dal 1900 al 1999, in una riflessione sul XX secolo e su una lunga storia collettiva della quale l’artista percepiva tutto il peso. L’artista ha scritto un diario del XX secolo riportando ogni avvenimento storico come fosse accaduto a lei stessa: da un giorno all’altro passa da vittima a carnefice, diventando l’apparente autrice degli eventi di un secolo intero. La prima versione è stata realizzata in tedesco, a cui si è aggiunta una versione in italiano e inglese, sia come installazione visiva sia come audio-installazione. Acquisita dal MAMBO nel 2007, ancora oggi l’opera viene tradotta e riadattata ai diversi contesti, come è successo per la versione spagnola in occasione della Biennale di Buenos Aires del 2023.

Due sono i progetti a cui Daniela Comani sta lavorando: Coverversionen, il work-in-progress che porta avanti dal 2007, in cui ella stessa diventa il soggetto dei titoli di copertina di settimanali politici come Der Spiegel e Time Magazine, costituendo una sorta di diario mediatico che, oltre al tema del linguaggio, ripropone le questioni di genere; e Good Morning Ladies and Gentlemen, una videoinstallazione multicanale e multilingue che, in un’unica giornata, raccoglierà due decenni di attentati terroristici nel mondo. Dopo la nuova produzione Perturbazione/Disturbance, che dava il titolo alla personale presso Fondazione La Rocca di Pescara, terminata lo scorso marzo, attualmente Comani è in mostra con un nuovo site-specific di Orlando’s Library a Palazzo Ducale a Genova, dove cinquantadue copertine occupano i tredici archi della Loggia.

Nell’ampiezza dei temi che la interessano e che rielabora nei suoi progetti, ad una lettura superficiale Comani potrebbe risultare piuttosto eterogenea.

In realtà, l’attenzione per gli accadimenti storici e le dinamiche sociali e culturali si formalizza di volta in volta in opere testimoni del nostro tempo, che presentano chiari segni di connessione tra loro, e che rendono la sua cifra sempre riconoscibile.