Ciriaca+Erre

Matera 1973
Studio visit di Alessandra Troncone realizzato l’8 giugno 2023
7 novembre 2023

Incontro Ciriaca+Erre online, in collegamento da Calcutta, dove si trova per una delle tappe di 2 Years 2 Weeks 2 Days. Homeless, Fearless, Borderless, progetto performativo che per il tempo enunciato dal titolo porta l’artista in cammino per il mondo, dalle caverne della sua città, Matera, fino al Sudafrica, dove la vita è sopravvissuta all’era glaciale. Nel rifiuto di radicarsi in un territorio e di identificare un luogo specifico per la progettazione e produzione dei suoi lavori, lo studio diventa il mondo stesso e la pratica artistica si intreccia indissolubilmente con l’esperienza di vita. Con una formazione presso le accademie di Bari e Firenze, Ciriaca+Erre ha esposto, tra gli altri, al Museo della Permanente a Milano (2012), al Padiglione del Tibet della 55a Biennale di Venezia (2013), alla Buchmann Galerie di Lugano (2014), al Mostyn Visual Arts Centre a Llandudno in Galles (2015). Nel 2019 ha ottenuto il Premio Artista Bally dell’omonima fondazione a Lugano.

Nell’arco della sua carriera Ciriaca+Erre si è avvalsa di molteplici mezzi espressivi, tra cui pittura, fotografia, video, performance, per condurre una riflessione che intreccia il femminile e la natura. Sono emblematici in tal senso i progetti In Significant / I Am in Silence (2014), performance tenuta alla Buchmann Galerie a Lugano durante la quale rimaneva in silenzio per oltre 366 ore per mettersi all’ascolto degli altri mentre compiva azioni rituali, o What about Herstory? (2019), intervento di arte pubblica ancora a Lugano consistente in una serie di affissioni nella città che recuperano pubblicità sessiste della seconda metà del secolo scorso per evidenziare come isolamento e discriminazione femminile siano ancora in atto in molti Paesi del mondo. Altri lavori insistono su oggetti femminili che si fanno strumenti per esortare a pensare senza condizionamenti: scarpe con il tacco che hanno subito manipolazioni e inserzioni di altri materiali quali vetro, cemento, ruggine (Brutalist Shoe; Sliced Shoe, 2020); specchi su cui sono iscritte frasi che invitano a un dialogo interiore (To Do List, 2021).

Nella pratica di Ciriaca+Erre è ben leggibile una riflessione costante sul ruolo dell’artista, ‘cellula osmotica’ la cui azione è intesa come possibile fonte di ispirazione per gli altri. Con l’obiettivo di affermare il principio di sostenibilità ambientale anche nell’attività artistica, Ciriaca+Erre ha inoltre abbandonato materiali inquinanti per utilizzare pigmenti naturali (legno, frutta, spezie, sangue mestruale) con cui realizza acquerelli dalle forme organico-astratte, scelta che ne evidenzia la coerenza progettuale.

In questo momento l’artista è impegnata nel suo cammino-performance, iniziato il 22 aprile 2022: come un percorso iniziatico di consapevolezza, 2 Years 2 Weeks 2 Days. Homeless, Fearless, Borderless è un viaggio alla ricerca delle moderne comunità utopiche ecologiste e pacifiste e alla scoperta delle ultime civiltà matriarcali, costellato dall’incontro con i monaci attivisti che costruiscono pagode della pace. Lavorando sui bisogni primordiali e sull’essenza dell’essere umano in relazione alla natura, il progetto insiste sul tema della ‘identità sospesa’ caro all’artista e già sviluppato in lavori precedenti tra cui la performance I’m Free. Take a Piece of Me al Museo della Permanente di Milano (2012).

Sebbene il progetto in corso preveda un racconto costante attraverso un canale Instagram dedicato, l’artista stessa sottolinea la difficoltà di una documentazione completa e continuativa, in parte legata a circostanze specifiche, in parte concepita come un ‘freno’ al vissuto dell’esperienza complessiva che privilegia l’aspetto relazionale piuttosto che la produzione di un prodotto finale, sia esso tangibile o intangibile. Tale aspetto lascia aperta la questione della formalizzazione finale del lavoro, che allo stato attuale risulta sfuggente.

D’altra parte, la radicalità e la dedizione con cui Ciriaca+Erre intende la sua pratica e questo progetto specifico non permette di identificare facilmente paragoni nello scenario italiano, situandola potenzialmente nell’ambito di una riflessione più ampia sulla endurance performance e sulle strategie di condivisione di tali pratiche con il pubblico.