Andreas Zampella

Salerno 1989
Vive e lavora a Milano
Studio visit di Alessandra Troncone

Originario di Salerno e di formazione partenopea con studi in Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli, Andreas Zampella vive a Milano da quattro anni dove occupa uno degli atelier di Armenia studio, spazio di lavoro condiviso nel quartiere Bovisa e associazione culturale fondata nel 2021 con gli artisti Pietro Catarinella, Margaux Bricler, Matteo Pizzolante e Matteo Vettorello. Oltre alle numerose residenze in Italia, tra cui BoCS Art a Cosenza e Dolomiti Contemporanee, il suo curriculum espositivo più recente vede la personale Piano d’ascolto alla galleria Andrea Festa a Roma (2022), l’intervento Passaggio al buio nell’ambito del ciclo Portfolio della Quadriennale di Roma a Palazzo Braschi (2023) e la personale alla Nashira Gallery a Milano in corso fino al 15 maggio 2023.

Zampella si auto-dichiara convintamente pittore, sebbene la sua pratica artistica sia in realtà notevolmente diversificata e trasversale: il concetto di pittura appare molto più esteso, suscettibile di sollecitazioni spaziali (forte risulta il legame tra pittura e scenografia) ma sempre ancorato alla dimensione bidimensionale nella pratica quotidiana, che diventa un flusso continuo nel tempo e nello spazio. Pur non essendo articolati in cicli, i suoi dipinti mostrano rimandi l’uno con l’altro, anche a distanza di tempo: processi connessi al respiro, frammenti corporei, caloriferi e componenti elettriche, oggetti incendiati tracciano una linea riconoscibile che dalla realtà innesca visioni immaginifiche. La ripetizione di un modulo diventa una formula che rende i soggetti stranianti, provocando effetti onirici e ipnotici. Al lavoro propriamente pittorico si accompagna quello progettuale – in buona parte site-specific, dunque misurato sui luoghi – che assume le forme più diverse, dalle sculture in movimento al video. Corpo morbido (2022), videoinstallazione realizzata con Luca Mauceri in occasione di RGB Light Festival, proietta sulla facciata di un edificio del quartiere romano di Torpignattara la manipolazione in tempo reale di un blocco di argilla ad opera dei partecipanti al festival, trasformati da spettatori in attori e coinvolti in un’azione di modellazione del paesaggio circostante. Da tale varietà di media e linguaggi emerge la volontà di indagare la natura dell’immagine e i modelli di rappresentazione, per cui il concetto di pittura si allarga a definire la produzione di immagini in senso lato. Il disinvolto mescolamento di categorie predefinite, che tuttavia approda a un ripensamento di tecniche artistiche tradizionalmente intese, rappresenta un aspetto interessante anche nell’ottica di una riflessione sullo smussamento di dicotomie quali vero/falso, platea/palco, attore/pubblico.

Al momento di questo studio visit l’artista ha inaugurato la mostra Dove nascono gli uccelli alla Nashira Gallery a Milano, che presenta un nucleo di nuovi lavori pittorici, ancora a base di argilla, insieme a un’installazione che funge da collante tra le superfici dipinte: treppiedi in ferro lasciano pendere piccole gambette in silicone e farina che evocano immagini diverse, dalla pasta lasciata ad asciugare a liane in una giungla, stimolando anche la componente olfattiva. Zampella è inoltre all’opera su nuovi dipinti che ancora una volta propongono la tensione tra natura e artificio, con le ricorrenti prese elettriche che prendono il posto di fiori su piante dalle foglie cadenti.

La diversità dei percorsi intrapresi dall’artista può rivelarsi disorientante e per certi aspetti frammentata, per cui il rapporto tra la produzione pittorica e gli altri progetti appare ancora in via di risoluzione, sebbene le ultime mostre dell’artista traccino una prima direzione in questo senso ricercando un equilibrio tra i vari elementi in gioco. Tenendo saldo l’obiettivo di “trasformare il quadro in ambiente”, Zampella si presenta come un abile surfista, capace di affrontare il tema della trasformazione, dell’attivazione di processi in potenza e dell’interpretazione spaziale con un piede nelle arti visive e l’altro nelle arti sceniche, con risultati da scoprire nel lungo periodo.