Rosita Taurone

Salerno 1987
Vive e lavora a Capaccio Paestum
Studio visit di Alessandra Troncone realizzato il 12 dicembre 2023
1 febbraio 2024

Lo studio scelto da Rosita Taurone è la diretta espressione dei suoi attuali interessi di ricerca: collocato in una ex casa colonica nel mezzo della Piana del Sele, nella bassa Campania, è il luogo di osservazione privilegiato sui fenomeni che interessano il territorio circostante e al quale l’artista ha deciso di dedicare la sua attenzione negli ultimi anni. Lo spazio è infatti parte del progetto Terrasana, che ha sottratto queste terre all’occupazione degli impianti serricoli che dominano l’area, convertendolo in un luogo di incontro e sperimentazione di pratiche innovative per la coltivazione. Dopo gli studi in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Napoli, Taurone ha trascorso un lungo periodo in Francia, dove ha completato il percorso formativo con un diploma in Espressioni plastiche all’École Supérieure des Beaux-arts di Nîmes e un master in Estetica e culture visuali presso la facoltà di Filosofia all’Università Jean Moulin – Lyon 3. La sua carriera espositiva ha preso avvio in territorio francese, con mostre alla Galerie Dominique Fiat a Parigi e al Museo Regionale di Sérignan nel 2013. Dal 2017 è rientrata in Italia dando avvio a un processo di ricognizione su fenomeni e attori che insistono sul suo territorio d’origine.

Sin dalle sue prime opere emerge uno sguardo ai processi di alterazione del paesaggio, alla ricerca di una tensione tra mobilità e immobilità, micro e macro. L’interpretazione degli spazi rappresenta un’altra costante che la porta ben presto ad accantonare la pittura tradizionale per abbracciare media diversi, tra cui l’installazione, la fotografia, la performance. Tra i primi progetti, Pour une étude du mouvement (2013), uno studio fotografico sulle macchie d’olio sulla superficie dell’acqua a Venezia, che vengono restituite come zattere in movimento nello spazio espositivo, e Insectes cécité – Aveuglement (2013), che guarda invece a macchie di muffa in espansione su vecchie lenzuola, quali ambienti di inaspettata proliferazione organica.

L’attuale ricerca di Rosita Taurone ha il merito di riportare la più generale riflessione sulle lacerazioni del paesaggio per gli scopi dell’industria agroalimentare a un caso molto specifico, indagato con uno sguardo intimo ma al tempo stesso avvalendosi della collaborazione di professionisti in altre discipline, per un approccio che conserva una valenza scientifica, servendosi della raccolta di dati. A questo scopo, il ricorrere a diversi media contribuisce a offrire una visione complessa della realtà del territorio, pur tenendo sempre al centro la qualità dell’immagine e la sua restituzione estetica.

Al momento, le ricerche di Taurone convergono in un progetto di più ampio respiro dal titolo Attraverso la serra, che parte dalla constatazione dell’impatto di queste strutture sul territorio e ambisce a offrirne una possibile rilettura, eleggendole a «oggetto estetico di ricerca plastica per le sue caratteristiche di spazio artificiale e controllato» e a «spazio di incubazione». Il risultato di questa prima fase di ricognizione è stato presentato in una mostra a cura di Stefania Zuliani presso NEXT – Ex Tabacchificio Cafasso a Capaccio Paestum, nel 2022, e vede anche un libro di prossima pubblicazione. È inoltre in corso una mostra in dialogo con Mathelda Balatresi presso l’Archivio di Stato di Salerno nell’ambito della rassegna Nexus, in sinergia con la Fondazione Filiberto e Bianca Menna, occasione nella quale sono esposti alcuni lavori realizzati con la tecnica dell’antotipia, opere pittorico-fotografiche che utilizzano emulsioni organiche sfruttando la capacità fotosensibile di alcuni fiori.

Se da un lato l’attenzione circoscritta al territorio della Piana del Sele rappresenta un elemento di valore per l’approfondita conoscenza del contesto, dall’altro potrebbe, a lungo andare, costituire un limite alla veicolazione del lavoro oltre i confini regionali.

La metodologia di ricerca sperimentata dall’artista, l’approccio teorico e la sperimentazione con tecniche e materiali diversi si prestano a una possibile espansione dell’oggetto di indagine, cosa che potrebbe avvenire nel prossimo futuro grazie a un nuovo progetto che guarda al territorio casertano e che potrebbe rappresentare un primo passo verso una contestualizzazione più ampia dei fenomeni in esame.