Lucas Memmola

Bari 1994
Vive e lavora a Napoli
Studio visit di Alessandra Troncone realizzato il 25 ottobre 2023
14 dicembre 2023

È trascorso più di un anno dal precedente studio visit a Lucas Memmola e il ritorno nel suo studio è funzionale a raccontare l’evoluzione del lavoro dell’artista che, in tale lasso di tempo, ha visto nuove occasioni espositive nel contesto locale e nazionale. Dalla precedente analisi emerge un’attenzione a pratiche rituali che intercettano una connotazione sacrale, senza tuttavia renderla centrale nel lavoro, anzi proponendone un’espansione di significati che dalla sfera dell’umano passa a quella del naturale in senso più ampio. Tale aspetto diviene evidente nei lavori più recenti, tra cui Habitat, esperienza sensoriale realizzata a Palazzo Taverna nel 2022 che ha visto farfalle tropicali muoversi su piani di cenere in memoria degli incendi distruttivi nella foresta amazzonica, e Preghiera, scultura presentata alla Biennale di Gubbio Imagina inaugurata in ottobre e che, nella forma di una stalagmite, rimanda alle ‘sedimentazioni emotive’ incarnate dai resti di candele consumate all’interno di una chiesa.

Nell’affrontare temi legati all’effimero e al ricordo Memmola ha scelto una propria grammatica visiva che in più occasioni ricorre al memento mori seicentesco, aperto però a un’interpretazione contemporanea, in dialogo con il tempo presente. Il ricorrere all’idea del reperto, inteso come rimanenza di una civiltà in dissoluzione, inserisce l’opera dell’artista in una linea di ricerca che fa propria l’ambiguità temporale come mezzo di indagine per una riflessione sul destino del mondo e che quindi incrocia temi di grande attualità, tra cui il cambiamento climatico.

Memmola mostra familiarità e confidenza con la pratica site specific che gli permette di creare immagini dal forte impatto visivo e simbolico (tra queste Dono, realizzata per la mostra Worksite a Quartiere Latino). Tale approccio si presta a restituire in maniera nitida suggestioni sulla precaria condizione umana, privilegiando soluzioni che offrono uno sguardo universale piuttosto che riferimenti a precise situazioni e contesti.

L’artista è ora in procinto di iniziare una nuova residenza in provincia di Napoli che porterà alla realizzazione di un’opera pubblica. In tale frangente, l’obiettivo è lavorare a diretto contatto con la comunità locale per un progetto dallo sviluppo condiviso. È tornato inoltre alla pittura, con la produzione di dipinti di piccolo formato dai soggetti sfuggenti, che sembrano inaugurare un nuovo filone di ricerca incentrato sulla figurazione.

Se la capacità fortemente comunicativa delle sue opere costituisce un valore, l’artista deve confrontarsi tuttavia con il rischio di un approccio troppo didascalico e dunque con la necessità di trovare un giusto equilibrio, nella sintesi formale, tra l’ambizione a restituire un messaggio universale, facilmente comprensibile, e l’inevitabile complessità legata alla stratificazione concettuale del lavoro.

Tale direzione è già rintracciabile in alcune opere recenti che mostrano un grado di complessità maggiore, come ad esempio gli ultimi esempi della serie Dafne, esposti nella mostra collettiva Dopodomani promossa dalla Quadriennale di Roma alle Terme di Diocleziano, che alla trasformazione del corpo organico associano interessanti innesti metallici, dispositivi installativi che tuttavia si integrano pienamente nella scultura aprendo nuove e interessanti prospettive.