Emanuele Caprioli

Milano 1993
Vive e lavora a Milano
Studio visit di Osservatorio Futura (Francesca Disconzi e Federico Palumbo)
5 giugno 2024

Rispetto al precedente studio visit di Elisa Carollo, troviamo nel lavoro di Caprioli un’evoluzione, sia a livello tecnico che concettuale, su alcuni temi fondanti della sua pratica. L’artista ha infatti notevolmente approfondito la ricerca sui fenomeni luminosi e naturali, soprattutto grazie all’introduzione di nuove tecniche e materiali, come la vernice trasparente: questo elemento ha permesso alle opere dell’artista di risultare del tutto invisibili, attivandosi solo attraverso circostanze e parametri precisi. Le immagini realizzate con questa tecnica (tra cui Condensation series, 2023) possono apparire una volta all’anno o anche tutte le mattine, a seconda di coordinate di spazio e tempo programmate in precedenza. L’artista ha dunque la capacità di realizzare opere che condividono lo stesso carattere circostanziale dei fenomeni atmosferici, così come un’alba che compare solamente ad una certa ora del giorno, per poi scomparire. Si tratta di un aspetto che lo porta a ragionare su un’idea di invisibilità meno nozionistica e più poetica, in una ricerca concettuale che va di pari passo con quella scientifica sui mezzi e gli strumenti impiegati.

Caprioli prova una forte fascinazione per i pittori fiamminghi e olandesi del ‘secolo d’oro’ (Vermeer fra tutti); nutre inoltre un grande interesse per i land artist, in modo particolare Walter De Maria e Robert Smithson, e per i grandi maestri come Giuseppe Penone e Alighiero Boetti, ma anche Piero Manzoni, Yves Klein e Gino De Dominicis, con cui troviamo similitudini sia a livello di concetto (il tema dell’invisibilità in primis) che per gli approcci al materiale.

Per quanto riguarda alle produzioni di artisti più recenti, vi è invece un interesse e una connessione con Nicolas Sales, soprattutto riguardo la ricerca scientifica e l’utilizzo di una tecnologia avanzata indirizzata a una finalità poetica.

Nel lavoro di Caprioli vi è una particolare attenzione all’ontologia dell’immagine. Ciò va di pari passo con la volontà di riavvicinarsi alla realtà naturale, che l’artista contrappone al calderone di immagini virtuali generate dall’uomo e dalle sue intelligenze artificiali. Caprioli ci invita a stringere nuovamente un rapporto profondo con ciò che ci circonda, in un’osservazione che rispetta la natura delle cose, al fine di ri-sensibilizzare lo sguardo. L’invisibilità diventa dunque una cifra estetica che sottende una particolare sensibilità non solo verso l’uso delle immagini, ma anche verso il mondo naturale e l’alterità.

Rendendo l’opera autonoma nella sua apparizione, l’artista ragiona inoltre sull’anarchia dell’immagine, in una costante tensione tra apparizione e scomparsa.

Nel periodo del precedente studio visit per Panorama, l’artista stava lavorando in stretta collaborazione con i ricercatori dell’Orto Botanico di Palermo al fine di indagare otticamente l’epidermide dei vegetali, soprattutto delle piante succulente. La ricerca di Caprioli sul regno vegetale sta procedendo e attualmente si sta concentrando sulle piante selvatiche, aprendosi a diverse implicazioni semantiche e culturali. Infatti all’Orto Botanico di Palermo le piante invasive che nascono tra le crepe e gli interstizi non vengono estirpate, ma conservate e studiate.

L’artista sta inoltre portando avanti una ricerca sui fari marittimi, che lo sta interessando per la natura molteplice e sfaccettata di queste strutture architettoniche, che sono al contempo strumenti ottici e abitazioni. Si tratta di una ricerca che servirà poi per elaborare una tecnica di proiezione sulle nuvole, in una dimensione ancora fortemente legata all’imprevedibilità e all’autonomia dell’immagine.

Carollo individuava una difficoltà da parte dell’artista nel trovare una forma estetica conclusa, accostando alcune delle sue opere all’idea di esperimento. Ad oggi l’artista ha lavorato molto su questo aspetto, attraverso una formalizzazione sempre più definita e consapevole. Un punto a sfavore nella pratica di Caprioli è indubbiamente il fatto che la tipologia di ricerca scientifica messa in atto implica tempi piuttosto lunghi e una difficoltà oggettiva nell’acquisire determinate competenze o strumenti.

Tuttavia la coerenza della ricerca e la consapevolezza di una metodologia che permette all’artista di padroneggiare strumenti e mezzi, anche molto distanti dai linguaggi artistici codificati, sono indubbiamente valori da sottolineare.

Foto di Michael J. Daniele
Foto di Michael J. Daniele