Elisa Laraia

Potenza 1973
Vive e lavora a Potenza
Studio visit di Alessandra Troncone
24 settembre 2023

Attiva nel suo territorio d’origine, la Basilicata, Elisa Laraia ha studiato Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna per poi completare la sua formazione all’estero, prima all’Université Paris 8 – dove ha frequentato un simposio di scultura internazionale – e poi al Wimbledon College of Arts di Londra. Una sequenza di residenze artistiche le ha permesso di approfondire pratiche e temi relativi all’arte pubblica, in particolare quella al 18th Street Arts Center di Los Angeles, grazie alla quale è entrata in contatto con l’opera dell’artista statunitense Suzan Lacy. Rientrata in Italia, ha fondato nel 2009 LAP – Laboratorio Arte Pubblica con cui realizza progetti espositivi di mappatura del territorio e di residenza per artisti.

Il lavoro di Elisa Laraia si sviluppa lungo due direttrici principali che si intersecano tra loro: il tema dell’identità – in particolare quella femminile – e l’arte pubblica. Già dai primi progetti realizzati nel periodo bolognese, tra cui Oltre il giardino e Art for Art’s Shake, ha indagato le possibilità di dialogo tra soggettività, corpo femminile e spazio, intervenendo in contesti del tessuto cittadino non usuali per l’arte contemporanea. Dal 2005 porta avanti il progetto Private Conversation, articolato tra disegno, videoanimazione e composizione testuale, che riflette sulla narrazione e rappresentazione dei luoghi attraverso il racconto di chi li abita. A partire da operazioni di videomapping, Private Conversation si espande, inoltre, in una dimensione installativa (con proiezioni su una scultura/casa di carta), includendo la trasposizione dall’immagine in movimento del video alla forma più statica, così come appare in stampe e ricami su plexiglass. Seguono lo stesso approccio narrativo e multimediale progetti come Basilicata Stories (dal 2013), una ricerca compiuta su e con le comunità del territorio lucano sui processi di autonarrazione, e Identità contemporanea (dal 2019), un programma di affissioni a Potenza che celebra gli abitanti della città che si sono distinti per il loro lavoro nel sociale.

Con le sue attività, Laraia conduce una significativa ricerca sul concetto stesso di arte pubblica, intesa non solo in relazione all’occupazione di spazi pubblici, ma in quanto pratica artistica «nell’interesse pubblico e al servizio della comunità» come lei stessa afferma. A questo scopo, tramite la fondazione di LAP, ha operato e tuttora opera per sensibilizzare le istituzioni locali nei confronti di temi e pratiche dell’arte contemporanea, svolgendo una funzione di mediazione sia attraverso i suoi progetti artistici, sia più in generale in qualità di operatrice culturale e sociale.

Al momento di questo incontro Laraia ha terminato la scrittura della sceneggiatura per un lungometraggio che intende racchiudere i temi portanti dell’indagine antropologica e territoriale svolta negli ultimi anni. Concepito come un film di fantascienza, Il grande mondo – questo il titolo – ha già una struttura definita ed è in procinto di essere messo in produzione. Contemporaneamente, Laraia sta lavorando a un progetto di performance dal titolo Il cerchio che ha come obiettivo quello di costruire una comunità temporanea fondata da persone invitate a condividere un racconto intimo l’una con l’altra, da realizzarsi in alcune piazze italiane.

Nell’articolazione generale della sua ricerca risulta in alcuni punti scivoloso il rapporto che intercorre tra la pratica artistica individuale e le azioni compiute come LAP, due entità che tendono a sovrapporsi fino a risultare inscindibili. Molti lavori appaiono quindi non compiuti nella formalizzazione finale, da cui l’assenza di rapporto con gallerie e altri spazi ‘deputati’, che si inserisce tuttavia nell’ottica di una precisa volontà di dare più spazio alle dinamiche relazionali che non alla produzione di oggetti.

Al contempo l’affondo antropologico e l’attenzione alle molteplici possibilità narrative offerte dal territorio di origine e di attuale residenza si presentano come aspetti degni di nota e, per certi versi, necessari in un contesto periferico rispetto al dibattito artistico internazionale, riuscendo nell’obiettivo di farsi portavoce di una ricchezza umana e culturale e di farla emergere, raccontandola, in casa propria e altrove.