Christian Fogarolli

Trento 1983
Vive e lavora a Trento
Studio visit di Angel Moya Garcia

Christian Fogarolli ha una formazione in ambito storico-artistico e archeologico, contraddistinta da un percorso di specializzazione in diagnostica e restauro non invasivo su opere d’arte presso l’Università di Verona. Dal 2011 si dedica a studi e ricerche di pratiche artistiche, filosofiche e storiche.

La sua ricerca teorica e sul campo si snoda in contesti archivistici e museali, dai quali attinge ispirazione con il fine di valorizzare patrimoni poco conosciuti e si sviluppa tra arte visiva e discipline scientifiche e su come queste ultime si siano servite del mezzo artistico per progredire. Attraverso la ricerca storica e archivistica l’autore tenta di decostruire la condizione binaria che separa devianza e normalità, riflettendo sulle attribuzioni normative di malattia, emarginazione e categorizzazione nella società contemporanea. Egli lavora attraverso diverse forme di espressione, dall’installazione alla fotografia, dalla scultura al video. Le opere cercano di stimolare un pensiero critico sul rapporto tra mente e cervello ponendo questioni su come i processi funzionali di quest’ultimo interagiscano con quelli soggettivi della mente, indagando come questi atti di pensiero si sviluppino in comportamenti ritenuti leciti o proibiti.

Se accettiamo come la scienza viva e progredisca smentendo sé stessa quotidianamente, dobbiamo assumere come nel dibattito culturale odierno essa non possa ancora essere ritenuta qualcosa di sacro e inattaccabile, ma venga considerata sempre di più come un procedimento empirico basato su un continuo fallimento. In quest’ottica, l’indagine di Fogarolli sul concetto di anomalo, di deviato e di normalità, in cui emergono le problematiche di emarginazione e di estromissione di persone che tengono comportamenti ritenuti anomali o non consentiti dalle regole di un territorio, lo inseriscono nelle ricerche più attuali sulla diversità. Attualmente sta lavorando ad alcuni progetti che riflettono sui temi della fragilità e dell’identità, puntando l’attenzione su fattori mentali e corporei, attraverso opere scultoreo-installative realizzate in materiali diversi tra cui il vetro, creato e lavorato con diverse tecniche: fusione, soffiatura, calco, scarti di fusione, accostato spesso ad altri materiali come piombo, metalli, lastre riflettenti. In questo senso la mostra ancora in corso al MART, Galleria Civica di Trento, evidenzia la diversificazione e la complessità della ricerca e dell’elaborazione dei vari materiali. Nello studio si vedono prove di stampa fotografica su molteplici supporti: carta naturale, metalli, plastiche e vetri. Blocchi in marmo bianco di Carrara, sbozzati e semilavorati, si presentano accostati a strumenti meccanici, medici, a scatole di farmaci. Strumenti e attrezzi sono appoggiati su banchi insieme a reperti di varia natura come minerali, maschere in legno, dispositivi ottici e di proiezione. In altri casi si vedono lavori fotografici su carta che ritraggono personaggi anonimi, di derivazione archivistica, e ricoperti con spesse campiture di colore a olio, stucchi e vernici. Nel caso specifico di Fogarolli, la ricerca scientifica e quella archivistica potrebbero sembrare pretestuose per l’ampiezza di elementi che vorrebbe affrontare, mentre la formalizzazione spesso esalta l’aspetto estetico a discapito dell’errore o del fallimento che lui stesso teorizza come fondante del progresso scientifico. Ciononostante, l’elemento che risulta più convincente rimane la coerenza di tutto il percorso, in cui, nonostante la diversità dei materiali e dei linguaggi sperimentati, rimane salda una ricerca ossessiva sui processi fisici legati alla mente e sulle conseguenze sociali del progresso scientifico. Parallelamente, la capacità di analisi, formalizzazione e presentazione di questi processi, in cui l’estetica dei lavori si inserisce come un primo livello stratigrafico che racchiude una miriade di problematiche sociali, culturali, scientifiche, psicologiche e filosofiche, evidenzia un’unica urgenza dirompente che si dilata ed esplode in ogni singolo lavoro.