Avellino,1994
Vive e lavora a Napoli
Studio visit di Alessandra Troncone
2 novembre 2023

Se da un lato le opere di nuova produzione di De Falco confermano alcune linee di ricerca già evidenziate dalla precedente analisi di Chiara Pirozzi (in particolare, la riflessione sul linguaggio e sull’abitare), dall’altro sembrano allargarsi a una riflessione più estesa sul rapporto soggetto-oggetto e alle possibilità offerte da incontri imprevisti con azioni e piccoli oggetti del quotidiano, ‘rovesciati’ per evidenziarne le potenzialità comunicative oltre il loro significato abituale. In tal senso, l’approccio di De Falco si inserisce in una linea di ricerca minimale, sia nella scelta dei soggetti che nella resa estetica finale, aspetto che emerge nella pratica scultorea come in quella installativa e video.

Negli ultimi mesi il lavoro di Carmela de Falco ha avuto più occasioni di visibilità, segno di una crescita professionale che, sebbene ancora prevalentemente limitata al contesto napoletano, rappresenta un’occasione per approfondirne ulteriormente il lavoro. L’artista ha infatti partecipato alla mostra collettiva La potenza del pensiero presso l’ambasciata italiana a Berna e realizzato nuove opere, tra cui Imprevisto per la Fondazione Morra Greco (in occasione della mostra collettiva Goal!), e Dentro, fuori (zerbino n. 1) per Quartiere Latino, museo-condominio animato da commissioni site-specific ad artisti il cui studio si trova nel raggio di un chilometro. È il caso di De Falco, che occupa uno studio condiviso con altri artisti – tra cui Lucas Memmola, Gabriella Siciliano, Miho Tanaka – nel rione Sanità, uno dei centri da monitorare per la produzione artistica napoletana più recente.

La capacità di manipolare elementi del reale si fa mezzo con cui indagare forme di dualismo (Io/altro, dentro/fuori, soggetto/oggetto) per evidenziarne lo stato ambivalente. Tale ‘opacità’ – così definita dall’artista – può suggerire interessanti cortocircuiti nella lettura della realtà circostante, se ulteriormente sollecitata da un punto di vista teorico. A questo si associa un impercettibile afflato di nostalgia che permea molte delle sue opere e che, se ben calibrato, può evolvere in risultati interessanti, andando a costituire un aspetto unificante di tutto il lavoro.

Al momento l’artista sta lavorando a un nuovo oggetto scultoreo, per il quale è in corso una ricerca sui materiali, nello specifico sul carbone. Resta aperta la serie in progress di cianotipie che registrano il passaggio del tempo, catturandone le impressioni attraverso la superficie emulsionata e restituendo ritratti di luoghi specifici. Il concetto di archivio involontario è inoltre al centro di una nuova produzione che sarà sviluppata nel corso del prossimo anno, anche grazie alla residenza alla Fondation Fiminco a Parigi nell’ambito del progetto Nuovo Grand Tour della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

La leggerezza, volutamente poetica, con cui De Falco si approccia alla creazione artistica, mostra sotto alcuni aspetti la mancanza di un affondo più netto e deciso, sia da un punto di vista teorico sia per un’analisi più dettagliata dei contesti con i quali entra in relazione, privilegiando un’astrazione dei contenuti che si svincola da riferimenti precisi. Le soluzioni formali, d’altra parte, pur nutrendosi dell’idea di ambivalenza, uno dei concetti-chiave indagati dall’artista, sono accurate e mostrano un’innata capacità intuitiva insieme all’abilità di muoversi tra media diversi con disinvoltura, evidenziando una maturità espressiva che riesce a tenere insieme contenuto, forma e linguaggio.