Antonello Scotti

Pozzuoli 1961
Vive e lavora a Napoli
Studio visit di Chiara Pirozzi
21 settembre 2023

Antonello Scotti muove la sua ricerca intrecciando linguaggi e media differenti, disegno, fotografia, libro d’artista, video. La sua carriera artistica prende avvio alla fine degli anni Ottanta dopo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. La pratica di Scotti è fortemente ancorata ai luoghi nei quali risiede e produce, territori e tempi vissuti e attraversati. Dopo un periodo trascorso in Lombardia sulle sponde del lago di Como, Scotti si trasferisce definitivamente a Napoli. Ha esposto in spazi pubblici in Italia e all’estero e in passato ha collaborato con gallerie internazionali come Alfonso Artiaco e Massimo de Carlo.

La poetica di Antonello Scotti prende avvio dall’indagine sul quotidiano e il fenomenico, una materia plasmabile per dare forma a teorie che provengono dalla filosofia, dalla linguistica e dalla semiotica. Attraverso l’utilizzo dello smartphone, Scotti crea un archivio visivo d’immagini condiviso sui social come progetto in divenire, una sorta di diario di navigazione e, allo stesso tempo, costituisce la base di partenza per l’elaborazione di progetti più complessi. Le forme minime, i gradienti di colore dal bianco al grigio, i gesti precisi come i graffi su vetro per scrivere parole e segni ripetuti come quelli a matita su carta, descrivono l’essenzialità delle opere di Scotti in cui è la relazione fra immagini e testo a creare costanti slittamenti spaziali e dilatazioni temporali. I suoi lavori sottendono una ricerca attenta e costante, intrisa di studi umanistici che coesistono con la ricerca sui materiali e le tecniche, indagati nelle loro potenzialità sperimentali e innovative. L’equilibrio fra sostanza di contenuto e conoscenza dei linguaggi utilizzati descrive in Antonello Scotti una metodologia di lavoro di grande valore nel contesto attuale.

Recentemente l’artista ha esposto presso la Nami Galley di Napoli un corpus di lavori realizzati fra il 2002 e il 2022. I kammara tu kerù ti pai leggia leggia (la stanza dove il tempo va piano piano) è il titolo di una mostra in grecanico, una lingua ellenofona parlata da una minoranza che vive nelle zone della Bovesìa, nella Calabria ionica. La mostra descrive un percorso che rende valore ai processi di resistenza alla sparizione delle tradizioni culturali e che in mostra si traduce in una riflessione sul tempo come condizione dell’esserci e dell’accadere. L’utilizzo del greco antico e della filosofia classica è il filo conduttore anche di un progetto inedito che l’artista realizzerà a Napoli nell’ambito del programma itinerante Materia viva a cura di Maria D’ambrosio e Giovanni Petrone. Unendo design e ricerca artistica, in collaborazione con Eugenia Scotti realizzerà il lavoro Aggottare tempo, composto da una serie di oggetti d’uso domestico che l’artista ripensa e rielabora metaforicamente come dispositivi di riflessione, laddove il termine ‘aggottare’, nel lessico marinaresco, vuol dire “togliere l’acqua entrata in una imbarcazione”.

I lavori di Antonello Scotti si risolvono formalmente in condizioni d’equilibrio e in gesti raffinati, la sua pratica riesce a mescolare sapientemente lo studio della forma e della tecnica con indagini e speculazioni teoriche di istanza classica.

foto Filippo Scotti