Lorenzo Conforti

Tolentino (MC) 1996
Vive e lavora a Milano
Studio visit di Edoardo De Cobelli
11 luglio 2024

Lorenzo Conforti è un pittore marchigiano di base a Milano. Della pratica di graffitaro che si porta dietro dalla gioventù maceratese, l’unica evidenza è l’utilizzo dello spray nelle pitture, che potrebbe quasi passare inosservato. Anche se si asciuga più in fretta, lo spray è infatti grasso quanto l’olio e si amalgama bene, dando maggiore lucentezza alle tele. A parte l’elemento più facilmente individuabile dello spray nero, è però difficile, come accade anche in altri giovani artisti italiani provenienti dalla pratica del graffito (come Lorenzo Lunghi o Andrea Bocca) cogliere questo aspetto nella produzione; i graffiti che l’artista continua a creare vengono eseguiti solo come esercizio stilistico.

La pittura di Conforti si muove nell’orizzonte dell’astrazione e non ha timore di affrontare l’horror vacui che spinge la pittura contemporanea a riempire la tela di immagini, forme e colori. Le tele di grandi dimensioni presenti in studio accolgono il vuoto e scandagliano le diverse profondità che il nero può assumere. Stando alle sue parole, non vorrebbe dipingere in modo figurativo ma non vuole nemmeno che la sua tela sia puramente astratta. È un equilibrio dinamico quello che si instaura tra opera e bozzetto figurativo, che viene spesso cominciato a grandi linee sull’ipad e poi completamente trasformato in pennellate materiche sulla tela. Ma il gesto scompare per lasciare la proiezione di uno spazio sensibile, al tempo fisico e atmosferico. I colori e i dipinti generano un clima con cui l’artista desidera avvolgere lo spettatore. L’immagine è quindi pensata come matrice di un’esperienza indotta, che si sposta dal nero alla sfida dei bianchi, più difficili da governare, o del blu.

Conforti ha l’ambizione di raggiungere, come è giusto che sia per un artista con la sua arte, l’espressione più assoluta. Questa audace spinta, senza autocensure o esitazioni performative, si coglie in modo rimarchevole nel suo intento. È raro trovare artisti che tentano di perseguire una pratica artistica senza mezze misure, lavorando a prescindere dal risultato e dai compromessi che il contesto di volta in volta richiede.

Per amplificare l’atmosfera indotta dalla tela, Conforti vorrebbe ora estendere la sua capacità di intervenire sull’esperienza provata andando a manipolare anche le condizioni atmosferiche, come nella creazione di stanze calde o fredde, per esaltare le sensazioni emanate dalle pitture ed estendersi nello spazio al di fuori dalla cornice. La tela rimane tuttavia il centro del lavoro, mentre ogni azione esterna, per ora solo immaginata, deve rimanere minoritaria ed esclusivamente strumentale alla pittura.

Nello studio, disposte una accanto all’altra, le grandi tele hanno il problema, a primo acchito, di non riuscire a ‘esaltarsi’ a vicenda. Solitamente la presentazione di numerosi lavori di una serie (come avviene nelle retrospettive) tende a rafforzare il portato della singola opera nella forza dell’insieme, mentre nel caso di Conforti mi è parso smorzarsi.

Non si può tuttavia certo paragonare uno studio visit a una mostra, forse nemmeno a una presentazione dei lavori; guardando le sue opere singolarmente, invece, si riesce a cogliere l’ottima capacità di usare la pittura ad olio.