Edoardo Cozzani

Roma 1993
Vive e lavora a New York
Studio visit di Elisa Carollo
22 maggio 2024

Edoardo Cozzani inizia il suo percorso artistico e creativo nella fotografia, trasferendosi a New York per studiare all’International Center for Photography, per poi rimanere e proseguire le sue sperimentazioni che hanno portato il suo lavoro a sviluppi sempre più multimediali e installativi. La sua pratica artistica si muove così, a oggi, tra fotografia, installazioni e interventi effimeri sul territorio, per studiare le relazioni fra esseri umani e ambiente ed esplorare possibili integrazioni e simbiosi fra intervento antropico e natura. Una particolare attenzione è data allo studio dei fenomeni geologici, frutto di stratificazioni e processi chimici/fisici che l’artista spesso studia, analizza e replica, nei vari media in cui la sua pratica si esprime. Da ciò, per esempio, l’idea di intervenire sul territorio con elementi temporanei di alluminio, raccontando con la fotografia l’integrazione tra i materiali di scarto dei nostri cicli produttivi e l’ambiente naturale, in una sorta di archeologia del futuro.

Nella sua pratica fotografica connessa a questo tipo di interventi, Cozzani rivela una particolare sensibilità nell’individuare textures naturali che si compongono organicamente dai processi geologici che, una volta interconnessi alla storia dell’uomo, diventano testimoni di una memoria anche culturale. Il risultato sono astrazioni fotografiche, spesso ottenute attraverso la manipolazione e l’esplorazione di fenomeni fisici direttamente in camera oscura, come poi nei processi di stampa e sulle superfici stampate, per riportare l’immagine a una presenza tridimensionale. Da questi lavori, infatti, l’artista si è poi mosso verso un approccio scultoreo che tende a mimare o testare gli stessi processi biologici combinando materia organica e industriale.

I risultati più recenti sono calchi di superfici rocciose realizzati in fibra di vetro, volutamente porosa e mischiata con sabbie e polveri residuali del casting: queste sculture, spesso sospese, ricordano corpi alieni, che materializzano già una futuristica sintesi fra organico e inorganico.

L’approccio alla materia di Cozzani è ispirato dalle più recenti teorie in campo scientifico e molecolare, in particolare l’assembly theory secondo cui il nostro concetto di vita, di esseri viventi e di evoluzione è assolutamente limitato, considerato che ogni entità è risultato di particelle in costante movimento, ricombinazione e riassestamento in nuovi equilibri. In questo senso, le topografie materiali e fotografiche di Cozzani, esplorano in maniera avanguardistica l’ottimistica visione di una sintesi alternativa e processuale fra organico e industriale, naturale e artificiale, diluendo così i confini fra spazio antropico e naturale.

La presenza sia estetica che ambientale dei suoi lavori, e in particolare la recente integrazione con la luce e l’ambiente, ha permesso progressivamente all’artista di intersecare la sua pratica con il design e l’architettura.

Nonostante la rapida evoluzione nell’ultimo periodo, la pratica di Cozzani pare ancora in una fase di ricerca e sviluppo per giungere a sintesi sempre più compiute tra ambito estetico e scientifico, rifuggendo il rischio di cadere nella decorazione.