Camilla Gurgone

Lucca 1997
Vive e lavora a Milano
Studio visit di Francesca Guerisoli
10 maggio 2024

Camilla Gurgone è diplomata in scultura alla RUFA di Roma e sta concludendo il percorso formativo alla NABA, specializzandosi in Arti visive e Studi curatoriali. Condivide uno studio con altri artisti che comprende un project space, Omuama, in cui organizzano mostre site-specific. Gurgone è anche nel team per la gestione di spazioSERRA, associazione e spazio no profit nel passante ferroviario di Milano Lancetti. L’ho incontrata per la prima volta a Roma, in occasione della sua personale Problemi di idraulica da KH Lab nella primavera del 2021.

Contraddistingue il suo lavoro una buona dose di ironia, che diviene uno strumento da un lato per generare una critica alle distorsioni della società e, dell’altro, per riflettere sulla sfera dell’emozione. Si avvale di diversi mezzi, agendo come performer in ambienti che impiegano sculture, installazioni e sussidi digitali. Esemplari i Full Mime Jobs (2019-2022), una serie di ambienti creati dall’artista in cui agisce come performer avvalendosi di sculture mimetiche di oggetti tipici di diversi mestieri. Si tratta di professioni messe in scena – insieme all’idraulico di Problemi di idraulica, il gelataio, il macellaio, il pizzaiolo, il chimico –, di cui attiva una precisa dimensione relazionale a seconda di ciò che intende restituire al pubblico. Nella macelleria, il pubblico può acquistare un pezzo di carne di argilla e con le istruzioni fornite può cuocerlo nel proprio microonde. Oltre ai progetti espositivi sui mestieri, i suoi lavori indagano la memoria e il sogno, nonché l’evanescenza che li caratterizza.

Gurgone non è condizionata da un mezzo preciso: impiega trasversalmente strumenti tecnologici e classici della storia dell’arte, da YouTube alla ceramica, alle stampanti termiche. La fluidità con cui si muove tra i mezzi e i linguaggi e la capacità di sdrammatizzare le tematiche affrontate rendono il suo lavoro un caso particolare nel panorama della giovane arte attuale.

In questo periodo sta lavorando a Tachilalia, una serie di sculture in fotoceramica iniziata nel 2018. Seleziona scontrini commerciali di cui manipola il testo realizzandone poesie. Prodotto in un primo momento su carta termica, lo scontrino interessa all’artista per la sua duplice dimensione, relativa all’ambito commerciale e, al tempo stesso, testimone di un ricordo. Nella scrittura di poesie sugli scontrini, l’artista integra, dunque, il freddo linguaggio economico alla sfera emozionale nel tentativo – fallimentare – di dominare l’incontrollabile. Azioni analoghe le aveva sperimentate in precedenza con Easy and Effective (2019-2021), dove conferiva al pubblico – guidato da un tutorial Youtube – il potere di cancellare i suoi ricordi impressi su un nastro di carta termica, utilizzando una piastra per capelli o un asciugacapelli.

Gli ultimi lavori di Camilla Gurgone trattano la questione dell’autosfruttamento professionale. Con Groupware, a Lodi, da metà ottobre a novembre 2023 si è rinchiusa in una vetrina commerciale su strada allestita come uno spazio di lavoro, a metà tra ambiente domestico in Smart working e ufficio. Ogni giorno, dalle 9 alle 19, conduceva ricerche su sfruttamento del lavoro e autosfruttamento, applicando poi alla vetrina fogli di acetato con le informazioni più rilevanti apprese durante la giornata.

Il mimetismo di alcune serie di lavori (ad esempio la carta termica e l’oblio della memoria) può essere letto come scontato. Il passaggio dalla carta alla stampa su ceramica attua uno spostamento, che sta nel contrasto tra supporto reale e trasposizione su mezzo artistico. L’artista deve cercare di non piegare il proprio lavoro alle richieste commerciali, come la necessità del collezionista di avere oggetti non evanescenti: i sogni e le poesie su carta termica sono destinati a scomparire e la dissolvenza è carattere esso stesso dell’opera. Se dunque la stampa su ceramica diventa un modo per assecondare una domanda commerciale, dall’altro è proprio nella ridefinizione del mezzo che si attiva un dislocamento.

Tra i punti di forza della ricerca di Gurgone vi è la capacità di affrontare ogni tema con ironia e lievità. I suoi ambienti ed eventi mettono in questione i modelli di comportamento, generando sorpresa. Interagisce con il pubblico in modi diversi, integrando il fruitore nell’installazione performativa o agendo su di esso quasi come cavia di un esperimento sociale, ma lo fa sempre con il brio e la leggerezza che la contraddistingue. Come ha fatto, da ultimo, con l’happening My Fanon Reality (2023), in collaborazione con la critica e giornalista indipendente Rosaria Murolo: quattro performer tra il pubblico ignaro compongono un reportage dell’evento in stile fanfiction, scrivendo in diretta su un Google Doc aperto su un pc collocato nello spazio espositivo.

Foto di Cristiano Rizzo