Filippo Cegani

Milano 1993
Vive e lavora a Milano
Studio visit di Elisa Carollo
31 marzo 2024

Attraverso la pittura, Filippo Cegani ha intrapreso negli ultimi anni un’interessante riflessione sull’iconografia religiosa cristiana post digitale. Se la religione sembra quasi un tabù per le ultime generazioni, Cegani ha invece deciso di indagare ciò che rimane di essa nell’immaginario post digitale, dove il meme si fonde con l’iconografia classica per raggiungere un pubblico più vasto. Come l’artista osserva, sui vari social media vengono rielaborate frasi celebri di santi e martiri sui dipinti classici o sulle rappresentazioni di tali figure, semplificando sia il messaggio che il concetto e trasformando queste pillole di filosofia in un contenuto facilmente digeribile.

Adottando l’ironia come strumento critico, Cegani reinterpreta così santi ed ex voto, fondendoli con la loro reinterpretazione spesso paradossale nel mondo digitale. Nonostante il diffuso distacco delle nuove generazioni dalle religioni ufficiali, è interessante notare come, nell’arte contemporanea, vi sia una rivisitazione di simboli e narrazioni a queste connesse, in particolare nell’ambito di ricerche identitarie, in narrazioni diasporiche o queer. Per Cegani, questa operazione di analisi al contempo semiologica, filosofica e pittorica sulle iconografie religiose tradizionali e le loro odierne reinterpretazioni, si colloca all’interno di una più ampia riflessione sulla rappresentazione del dolore e dell’estasi e in particolare dell’atto del piangere, veri e propri tabù nella comunicazione visiva di oggi se non nella loro spettacolarizzazione, che li rende lontani ed estranei dall’esperienza quotidiana individuale. Non a caso, questa ricerca visiva fa seguito a un periodo in cui l’artista si è concentrato sui temi dell’ipermascolinità e della feticizzazione di simboli legati ad essa, come armature e armamenti.

Al momento del nostro incontro, Cegani si sta focalizzando sulla figura della Madonna: un’iconografia universale e universalmente sentita, immagine di madre e donna, amore e compassione. Nelle sue ultime opere, la Madonna compare nelle sue diverse declinazioni culturali, in un’operazione di appropriazione e risemantizzazione che ne esplora i possibili significati. Nell’approfondire le varie fonti da cui l’artista trae ispirazione ho modo di scoprire un intero mondo parallelo di meme, video youtube, reels e altri contenuti digitali interamente dedicati a narrazioni cristiane, fra parodie, estremizzazioni, kitsch e cultura popolare. La tecnica utilizzata dall’artista per esplorare questo immaginario secolare è quella dell’aerografo, con cui realizza dipinti estremamente realistici, sebbene permanga una dimensione eterea, fra i pixel del digitale e l’atmosfera di una visione spirituale.

La delicata scelta di rappresentare soggetti religiosi operata da Cegani rischia di essere interpretata come parodia e critica blasfema alle narrazioni e ai valori della tradizione cristiana.

Tuttavia, come l’artista stesso dichiara, la sua ricerca è una riflessione semiologica e filosofica su queste immagini nel paesaggio della comunicazione visiva e mediatica attuale. In questo senso, Cegani porta avanti un’analisi pressoché unica, e oggi rilevante, sulla resilienza simbolica delle iconografie religiose. In un mondo sempre più instabile e caotico, la reinterpretazione di tali iconografie e la riscoperta della spiritualità sono un modo per esplorare temi metafisici e secolari.