Marinella Senatore

Cava de’ Tirreni 1977
Vive e lavora a Roma
Studio Visit di Elena Forin
8 febbraio 2024

Marinella Senatore si è formata alla Scuola Nazionale del Cinema di Roma dove ha iniziato a sperimentare la sostanza dell’immagine nel suo legame con la luce, il suono e il movimento. Da queste premesse ha sviluppato un approccio multidisciplinare che per lei è una vera e propria scelta politica.

La sua indagine si compie per lo più tra installazione e partecipazione e, all’interno di queste due direttrici, l’artista articola percorsi di studio e strategie di coinvolgimento ad hoc delle comunità in cui opera: da questi fattori e dal loro combinarsi con un immaginario nutrito di filosofia, cultura pop, scienza botanica, attivismo e storia dell’arte, derivano scelte linguistiche specifiche di caso in caso.

Nei progetti collaborativi come The School of Narrative Dance (SOND), la sua pratica prevede lunghi periodi di analisi dei luoghi e della loro composizione sociale attraverso incontri e interviste, a cui seguono open call funzionali alla partecipazione attiva. Fondata nel 2012, la SOND è un istituto nomade e gratuito che prevede processi di apprendimento non gerarchici basati su un’idea di storytelling che trova applicazione attraverso coreografie, movimenti e azioni collettive. Finora la SOND ha avuto luogo in più di trenta città del mondo e ha coinvolto gruppi di ogni tipo ─ alpini, femministe, cori, attivisti, docenti ─ che attraverso processioni, parate e momenti di danza hanno restituito nello spazio pubblico una moltitudine di peculiarità storiche, simboliche e vernacolari spesso sommerse.

Indipendentemente dal tipo di intervento, di azione o di opera, Senatore mette al centro dei suoi lavori l’energia che anima il cambiamento: a ben guardare, infatti, il vero asse portante di tutto il suo operare è fortemente radicato in questo valore, il cambiamento, che nutre sia attraverso la sperimentazione estetico-linguistica, sia attraverso forme di partecipazione basate sulla crescita di empowerment e responsabilità dei partecipanti.

Insieme a Kendall Geers, Leon Villareal, Tim Etchells e altri, ha appena partecipato alla Winter Light del Southbank Center di Londra dove è l’unica italiana invitata per esplorare, attraverso la luce, temi come l’ambiente, la tecnologia o il rapporto tra identità individuale e collettiva. We Rise By Lifting Others, un’installazione realizzata con luminarie tradizionali pugliesi, invita le comunità a vivere la sua opera come palco e come scenografia per mettere in atto forme comunitarie di resistenza, dialogo, poesia e narrazione.

Lo stesso incoraggiamento a sperimentare nuove strategie di coesione sociale attraverso l’arte si trova nel monumentale intervento appositamente concepito per il prestigioso Noor Riyad Festival, per cui l’artista ha realizzato un’altra grande cellula pronta a funzionare grazie all’energia delle persone. Sempre in questa prospettiva, ma non solo, sta lavorando a un numero imponente di installazioni permanenti e commissioni per lo più internazionali previste per il 2024: sarà però possibile trovarla anche in Italia per il secondo progetto, dopo quello dello scorso settembre, che inaugura a Peccioli (PI).

Per discutere in maniera coerente le pratiche sociali e partecipative è indispensabile poter affrontare le specifiche modalità di ogni progetto: il lavoro di studio, la cornice di tutela, di rispetto e di creazione condivisa sono elementi cruciali per provare a elaborare giudizi critici sensati mentre, spesso, le pratiche sociali vengono commentate senza tener presenti questi fattori. In questa sede non è possibile proporre ragionamenti corretti su queste prospettive: mi sono però confrontata con l’artista su un altro nucleo di opere, i neon che ho visto esposti in fiere o mostre, e che mi sembra integrino in maniera meno convincente dal punto di vista visivo ed estetico i suoi tanti immaginari. Al di là di ciò, tuttavia, nascono da un pregevole lavoro con aziende e artigiani: impiegano tecniche tradizionali e rispondono alla necessità di una circolarità nella ricerca artistica ─ sono infatti i primi neon prodotti senza mercurio e con materie riciclate.

Nell’affermare il valore (etico, visivo, iconografico) della storia, della cultura artistica, artigianale e popolare, oltre che dell’interazione sociale, Marinella Senatore compie un’azione politica, estetica e concettuale che ha senso specialmente in questo lungo momento di crisi ideologica. Il suo invito a esserci e produrre cambiamento etico, civile, culturale e sociale sembra complesso, ma in realtà, ci dice, si può mettere in atto seguendo un semplice credo, ispirato dal grande Samuel Beckett: «danzare prima e pensare dopo».

Foto di Rainer Iglar
Foto di Marco Anelli