Giuseppe Stampone

Cluses 1974
Vive e lavora a Teramo e a Roseto degli Abruzzi
Studio visit di Chiara Pirozzi
5 gennaio 2024

Giuseppe Stampone è docente di Tecniche pittoriche presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna e la sua ricerca artistica risulta permeata da un approccio partecipativo che attraversa i lavori in modo ampio e articolato. Recentemente ha realizzato una mostra personale, a cura di Eugenio Viola, presso il museo Mambo di Bogotà, elaborando per la città colombiana un progetto site specific sui temi dello spaesamento, della migrazione e del rapporto fra uomo e paesaggio. Fra i progetti più recenti si segnala inoltre La natura delle cose, progetto vincitore del PAC 2021 – Piano per l’Arte Contemporanea, presentato a giugno 2023 presso il Museo laboratorio – Ex manifattura Tabacchi di Città Sant’Angelo, in cui l’artista, in collaborazione con Maria Crispal e con interventi di Bruna Esposito, ha lavorato sull’interpretazione dei territori del Gran Sasso e della Maiella.

La pratica di Stampone è legata all’agire collettivo che, nel tempo, ha trovato diverse formalizzazioni; sia nell’utilizzo del linguaggio video e multimediale sia nella realizzazione di pitture e disegni, quest’ultimi, tutt’oggi i media più indagati. La pratica relazionale in Stampone si concretizza innanzitutto in progetti condivisi, molti dei quali con l’artista Maria Crispal, che trovano un riscontro documentativo sia nella piattaforma web Soltizio.org sia in operazioni come Global Education, che l’artista conduce da diversi anni, proponendo un modello ampio, alternativo e universale di educazione e di didattica. Dopo diverse esperienze che lo hanno visto trascorrere lunghi periodi di lavoro a New York, a Bruxelles e a Roma, l’artista ha deciso di tornare nei luoghi d’appartenenza e per lui familiari, i paesaggi di montagna e di mare identitari dell’Abruzzo.

La sua ricerca formale nel corso del tempo si è sedimentata nella pratica del disegno, applicata a temi sociali, culturali e politici di forte attualità e che, se da un lato riescono a coinvolgere l’interesse della collettività, dall’altro riflettono sul ruolo dell’artista come soggetto agente nella contemporaneità. In questi termini, l’utilizzo del disegno, che Stampone realizza con la penna Bic, gli consente di procedere ritmicamente attraverso velature stratificate, stabilendo di volta in volta i tempi dell’esecuzione dell’opera che non sempre corrispondono a quelli voluti o imposti dal sistema dell’arte.

L’attitudine a una pratica partecipata coinvolge spesso anche il mondo dell’imprenditoria; ne è un esempio Laboratorio contemporaneo, sviluppato nell’area del Gran Sasso e che ─ attraverso attività di residenza, incontri e laboratori ─ si pone l’obiettivo di mettere in contatto artisti e curatori con le imprese coinvolte nel progetto, fra cui l’azienda di ceramiche Marca Corona di Sassuolo e gli imprenditori Elio e Claudio D’Archivio. Fra i progetti presentati, si segnala quello per il Museo MAXXI – L’Aquila, in cui le opere dell’artista sono in dialogo con le fotografie di autori come Cartier-Bresson, Giacomelli, Jodice e Scianna che rappresentano il suggestivo borgo di Scanno e che sono parte integrante della collezione privata di Franco e Serena Pomilio.

Giuseppe Stampone è riuscito a definire negli anni uno stile molto preciso e per questo riconoscibile; il rischio potrebbe essere una sedimentazione della pratica a discapito di processi legati alla sperimentazione di media e linguaggi.

Le sue opere sono senz’altro testimonianza di un linguaggio universale che, attraverso iconografie della storia dell’arte e dell’immaginario collettivo, ha la capacità di catturare un vasto pubblico. L’artista è riuscito a identificarsi con una metodologia di lavoro precisa che dai processi partecipati accoglie anime, competenze e discipline diversificate.