Et in Arcadia ego

Et in Arcadia ego è una residenza per artisti ucraini in dialogo con artisti italiani organizzata dalla Quadriennale di Roma, su invito del Ministero della Cultura, realizzata con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Lazio, Fondazione di Sardegna, IED Cagliari.

L’iniziativa nasce dalla volontà di contribuire a mettere in atto delle azioni concrete di sostegno a giovani autori la cui crescita artistica e il cui impegno professionale all’interno del proprio Paese stanno conoscendo un periodo di grande sofferenza.

Gli artisti ucraini invitati a prendere parte alla residenza sono Dariia Chechushkova (Odessa, 1999 – vive e lavora a Odessa), artista concettuale che lavora principalmente con scultura, ricamo e pittura; Danylo Galkin (Dnipro, 1985 – vive e lavora a Uzhhorod), che lavora principalmente sui media dell’installazione e della scultura, con interessanti esiti anche nella grafica e nella pittura; Mykola Ridnyi (Kharkiv, 1985 – vive e lavora a Kiev), artista e curatore, particolarmente legato ai media del video e della scultura site specific; Sasha Roshen (Kharkiv, 1996 – vive e lavora a Kharkiv), pittore e disegnatore. Gli artisti sono accompagnati nel corso della residenza dalle curatrici Valeriia Pliekhotko e Sofia Yukhymova.

La residenza si svolge in luoghi di grande bellezza all’interno del nostro Paese, al fine di immergere gli ospiti in una dimensione totalmente diversa da quella di costante minaccia dalla quale provengono. Dalla tensione tra sofferenza e salvezza, tra guerra e lontananza nasce il titolo della residenza “Et in Arcadia ego”, che produrrà come elaborato finale un diario dell’esperienza in cui far confluire i contributi di ogni partecipante.

In particolare, la residenza si articola in un primo periodo (4 settembre – 3 novembre 2022) al Castello di Santa Severa nel Comune di Santa Marinella non lontano da Roma e in un secondo periodo (4 novembre 2022 – 3 gennaio 2023) all’ex manifattura tabacchi di Cagliari. Due città accomunate dall’affaccio sul mare, elemento naturale che lambisce per lunga parte il confine sud dell’Ucraina, peraltro al centro di particolari tensioni.

Nel dialogo con gli artisti ucraini si avvicendano due gruppi di artisti italiani. Nel periodo al Castello di Santa Severa sono coinvolti Edoardo Aruta (Roma, 1981 – vive e lavora a Venezia) artista visivo la cui ricerca si esprime attraverso una pluralità di linguaggi per indagare i fenomeni sottostanti l’esperienza di vita quotidiana; Caterina Morigi (Ravenna, 1991 – vive e lavora a Bologna) artista visiva che utilizza i linguaggi dell’installazione, della fotografia, della scultura e del disegno rintracciando i processi di trasformazione della materia.

A Cagliari è la volta di Ambra Iride Sechi (Las Plassas, 1992) fotografa e artista visiva, la cui ricerca si concentra sui temi della memoria, del folkore, dell’identità e delle relazioni sociali; Giulia Casula (Cagliari, 1977) attiva non solo nelle arti visive ma anche in progetti di educazione e design.