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“Quaderni d’arte italiana”, n. 05, marzo 2023, #comunità.

Siamo alla fine di un inverno nel quale la figura dell’artista è stata percepita sola e indipendente rispetto a un’intelligenza collettiva che è sempre stata, dai primordi sino al passato più prossimo, la forma in cui l’arte si è sviluppata, traendo linfa dall’incontro di differenti sensibilità e dalla generosità con cui le grandi intuizioni si condividevano, negli spazi fisici delle botteghe o in quelli letterari dei manifesti. Oggi sono gli studi condivisi e alcuni artist-run space i luoghi in cui l’arte torna a essere, con la delicatezza esistenziale che contraddistingue la più giovane generazione, una questione collettiva, un dialogo e non più una serie di monologhi.

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